Suore e sarte insieme per donare tremila mascherine

Le Suore Oblate hanno dato il via al progetto ‘Laboratorio di Frontiera’, sostenuto dalla Fondazione Carisap con il coinvolgimento di donne in situazione di disagio, ma altri hanno subito preso l’esempio, lasciandosi ‘contagiare’ dalla solidarietà. Attraverso la collaboratrice Francesca Mozzoni e l’Associazione Superfac di Spinetoli, sono state contattate 12 sarte del territorio che si sono dichiarate subito disponibili a produrre mascherine gratuitamente. Le Suore Oblate e la Superfac hanno anche messo a disposizione risorse finanziare per acquistare le materie prime necessarie, contattando amici e conoscenti per ulteriore supporto.

 

in poco tempo, si è formata una grande squadra, capeggiata da Bruno Bucciarelli, che ha fornito le istruzioni necessarie e i modelli utili alla realizzazione dei dispositivi, procedendo gratuitamente alla sterilizzazione. Ma c’era uno scoglio da superare: la difficoltà di spostamento dovuta al decreto ‘Resto a casa’. Ed è qui che è entrata in gioco Albarosa Clerici, presidente dell’associazione ‘Amici Disparati’ di Spinetoli e socia della Gls di Monteprandone, che ha assicurato la logistica per la consegna dei tessuti. Alla squadra si è poi aggiunto Domenico Sacconi, proprietario di Kiro, azienda produttrice di cashmere, mentre i tessuti sono stati consegnati dalla ditta Lom Fashion. Hanno inoltre collaborato all’iniziativa le aziende G&C Industrial Provider Srl, Promotex di Antonio Gagliardi, Zallocco Srl, Bordoni Pierina Cappellificio, Italmont Srl, Acquaroli Srl, Loft Designer, Satec Srl, Eurografica di Carbonari Natalino, Mattioli Albino Srl.
 

La produzione e sterilizzazione di ben tremila mascherine, ma la vera vittoria è stata un’altra. «In una situazione di emergenza e in un contesto profondamente critico non è mancata la fiducia nel bene – si legge in una nota inviata dalla Suore Oblate – e quando c’è fiducia la comunità rinasce, cresce, ha il germe della generatività, diventa luogo di creatività». Le prime 800 mascherine sono state consegnate a Rosarno per proteggere i ragazzi coinvolti nella raccolta degli ortaggi, il tutto grazie a Lucia Mielli, operatrice sanitaria dell’ospedale civile di San Benedetto. Le prossime consegne verranno fatte alle forze dell’ordine, agli operatori sanitari e alle organizzazioni del Terzo Settore.