Un’economia attenta alla persona e all’ambiente. È la sintesi del messaggio di Papa Francesco ai giovani che lo scorso novembre hanno partecipato a «The Economy of Francesco».
Vorrei partire da questo evento per inserire il mio piccolo e modesto contributo all’interno del nostro VE magazine. «Cultura dell’incontro» al posto della «cultura dello scarto». Rifiuto della logica del «si è sempre fatto così». Necessità di «far crescere gruppi dirigenti capaci di allargare orizzonti». Bergoglio è convinto: «Voi siete molto più di un “rumore” superficiale e passeggero che si può addormentare e narcotizzare. Se non vogliamo che questo succeda siete chiamati a incidere nelle vostre città e università, nel lavoro e nel sindacato, nelle imprese e nei movimenti, negli uffici pubblici e privati con intelligenza, impegno e convinzione». Un approccio globale in cui non basta solamente “assistere” una persona, perché ciò ne mortifica la dignità. Bisogna includerla e far sì che abiti la Terra in condivisione. Chi assiste deve diventare generatore di azioni di sistema e non solo emergenziali. Andare oltre la filantropia, oltre il rischio di cercare di sanare ciò che è stato distrutto senza intervenire sulle cause. La gravità della situazione, che la pandemia fa risaltare ancora di più, aggiunge il Papa «esige una responsabile presa di coscienza di tutti gli attori sociali. Se è urgente trovare risposte è indispensabile far crescere e sostenere gruppi dirigenti capaci di elaborare cultura, avviare processi, tracciare percorsi, allargare orizzonti, creare appartenenze. Ogni sforzo per amministrare, curare e migliorare la nostra “casa comune” richiede di cambiare stili di vita, modelli di produzione e di consumo». È su questo nuovo protagonismo richiesto ai giovani che il Papa interviene anche sui così detti palliativi del Terzo Settore e sui tradizionali modelli filantropici. Sebbene sembri sminuire o rimproverare il Terzo Settore è esattamente il contrario: ci sta indicando la strada moderna per incidere nel vero cambiamento invitandoci a fare sistema con l’Economia Sociale parte del modello più ampio e completo, virtuoso, etico e inclusivo dell’Economia Civile. Tali scenari hanno bisogno di persone preparate ed è per questo che Bottega del Terzo Settore si sente al centro di questa responsabilità nel nostro territorio di riferimento e accetta la sfida lanciata. Una casa Comune che parte dal riconoscere che abbiamo bisogno gli uni degli altri per dar vita a questa cultura economica, capace di far germogliare sogni, suscitare visioni, stimolare fiducia, intrecciare relazioni, creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani, e ispiri ai giovani la visione di un futuro ricolmo di speranze.
Roberto Paoletti, Presidente di Bottega Terzo Settore