Cosa può fare una cooperativa di comunità (Cdc) per il suo territorio? Lo racconta Paola Romanucci, responsabile di progetto per la Cdc del Ceresa. “A tre anni dal sisma la terra di Arquata del Tronto ha restituito ai suoi figli più giovani la gioia di vivere in montagna, con gli Arquata Summer Camp (Asc): un programma itinerante che ha permesso a 50 ragazzi, dai 6 ai 14 anni, di vivere due settimane in presa diretta con la natura, le attività e le tradizioni locali. Hanno impastato il pane ai piedi del Vettore, cavalcato e accudito asinelli e nuotato in piscina a Montegallo, percorso antichi sentieri a Spelonga e scalato massi tra i castagni di Meschia a Roccafluvione, ad Acquasanta si sono immersi nelle vasche termali e costruito il coloratissimo cappello degli ‘Zann’. Il progetto, gestito dalla Cdc del Ceresa e ideato insieme alle associazioni Pescara del Tronto Onlus, Arquata Potest e Villa Cagnano, è stato finanziato dal Comitato Sisma Centro Italia, mentre il centro Mas Club di Marina di Massignano ha offerto la formazione gratuita. Una rete straordinaria di relazioni e collaborazioni ha avvolto il territorio di quattro Comuni montani: una vera novità, se si pensa alla mentalità un po’ diffidente delle popolazioni di montagna. Tuttavia i numeri parlano chiaro: intorno ai 50 ragazzi e alle loro famiglie, gli Asc hanno coinvolto 2 cooperative e 7 associazioni, 5 operatori, 18 attività economiche tra ristorazioni, fornitori e professionisti: tutti dell’area montana. La prova che, camminando insieme ‘in direzione ostinata e contraria’ alle difficoltà, si creano opportunità nuove, capaci di arrestare lo spopolamento e di permettere alle comunità di ritrovare qui, nelle magnifiche terre tra i Sibillini e la Laga, una vita dignitosa, solidale e fiera. Come è la gente del nostro meraviglioso Appennino”.
Paola Romanucci